Per la pace tra Spagna, e Francia dell’anno 1660
Objektart
Libretto
Verwalter
Verwalter (Ort) dupl.
Inventarnummer/Signatur
204. 3.B.12
Weiteres Exemplar
Verwalter (Ort) dupl.
Inventarnummer dupl.
6. 18.B.42
Herstellungsort
Datierung
1688
Material
Papier
Kurztitel
Gialdroni 2017
Seitenzahl
S. 33–54
Kurztitel
Amendola 2016
Seitenzahl
S. 39–50
Bearbeiter
Chiara Pelliccia
Kommentar

Per la pace tra Spagna, e Francia

La cantata di Giovanni Lotti è dedicata alla celebrazione della pace dei Pirenei, stabilita tra le corone di Francia e di Spagna e sottoscritta nell’autunno del 1659. La composizione si apre con un incitamento a lasciare la tristezza e le sofferenze, per gioire, finalmente, della rinnovata libertà dalla guerra con l’arrivo della pace in Europa. («Mortali, oh voi, ch’in atra notte avvolti | di turbini guerrieri |… su su lieti e festanti | Bandite le pene |… A libertà ridente | spunta l’alba di pace in Occidente ».). L’evocazione delle sofferenze della guerra è associata all’immagine dell’oscurità della notte che avvolge l’umanità ed è in contrapposizione alla luminosa e rasserenante immagine dell’alba associata alla rappresentazione del nuovo tempo di pace. L’alba di pace è ornata di fiori: i fiori della Senna (cioè i Gigli di Francia), che, dileguato il bellicoso inverno (associazione guerra-inverno), portano un sereno Maggio (associazione pace-primavera). Cessano le ‘belliche tempeste’ e sulle rive del Beti la rocca spagnola offre riparo e nido all’Aquila (simbolo degli Asburgo gli «Austriaci semidei») tra nuovi lampi di pace: infatti l’Aquila non stringe più tra i suoi artigli i fulmini di tempesta (con allusione agli attributi di Giove tonante), ma tiene dolcemente gigli, alludendo anche alle nozze stabilite tra il re di Francia Luigi XIV e l’Infanta di Spagna, a suggello della pacificazione.

L’intera cantata si caratterizza per il ricorso agli elementi naturali, compresi quelli presenti negli emblemi araldici delle parti coinvolte nella stipula del trattato (Gigli, Aquila, Leone, ecc.), e a livello macroscopico, rappresenta il passaggio dalla guerra alla pace attraverso metafore legate al mondo naturale con il passaggio dalla notte al giorno, dalla tempesta al sereno e dall’inverno alla primavera.

CP

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