Il consiglio degli Dei. Dramma da musica di Antonio Abati.
Nella pace fra le due corone e nelle nozze fra la maestà Christianissima di Luigi Decimoterzo [sic] re di Francia e la Maestà Cattolica di Maria Teresa Infanta di Spagna. Dedicato all’Eminentissimo, reverendissimo principe il signor Cardinal Mazarino
Verwalter
Verwalter (Ort)
Inventarnummer/Signatur
Corniani Algarotti Racc. Dramm. 613
Herstellungsort
Datierung
1671
Material
Papier
Bearbeiter
Chiara Pelliccia
Kommentar

Il consiglio degli Dei

Fonte autorevole dell'argomento è Virgilio che, riprendendo a sua volta da Omero, descrive nell'Eneide (libro X) un Consiglio di dei convocato da Giove visto l'aspro conflitto tra Latini e Troiani che affligge la terra. L'opera per musica Il Consiglio degli Dei, porta in scena la riunione celeste delle divinità su una nube in corrispondenza dei monti Pirenei, in riflesso di un altro consiglio, quello dei diplomatici francesi e spagnoli, che, proclamata la tregua, stanno decidendo le sorti e le clausole della pace. Tra le divinità i sostenitori del partito della guerra (Marte, Bellona, ecc.) si contrappongono ai sostenitori del partito della pace (Giove, Genio cittadino, Venere, Mercurio, ecc.). Le ragioni degli uni e degli altri vengono dibattute da sostenitori e detrattori e, proprio nel rispecchiamento delle lunghe trattative portate avanti sulla terra, la soluzione sembra non poter giungere. Soltanto l'intervento di Venere riesce infine a sbloccare la situazione tra le divinità e a portare la maggioranza dei voti in favore della pace. Venere, infatti, invia Mercurio sulla terra, proprio nella regione dei Pirenei, dove sono in corso le trattative, per verificare quali siano gli umori degli uomini in riferimento alla scelta tra la prosecuzione della guerra o la stipula della pace. Mercurio torna, portando l'annuncio di pace e facendo quindi ottenere la vittoria alla Pace anche tra le sfere celesti. Il messaggio complessivo dell'opera, ponendo l'accento sul rilievo del dialogo e della diplomazia, ribalta l'idea della pace come risultato di una iniziativa divina: le divinità, infatti, riescono ad addivenire alla pace soltanto nel momento in cui sulla terra trionfa la diplomazia in vista della pace. 

L'opera pone in rilievo le capacità dialettiche e strategiche dei protagonisti coinvolti nelle trattative e in particolare sulla figura del cardinale Mazarino, al quale l'opera è dedicata. La rappresentazione dei partiti e delle trattative celesti, dunque, è utilizzata come specchio della diplomazia, dei partiti e delle trattative umane. Il messaggio di Mercurio alle divinità, riportando i risultati dell'abilità diplomatica di Mazarino, si configura come uno delle centinaia di dispacci diplomatici, lettere, carteggi, diari con i quali circolavano notizie in Europa sull'andamento delle trattative. La specularità tra mondo celeste e mondo terreno è rappresentata anche nell'incisione in antiporta del libretto: lo spazio verticale della pagina è diviso in due parti dalla rappresentazione di una nuvola. Al di sopra, al centro, è Apollo con la cetra, assiso in trono sul carro del sole trainato dai due cavalli e possiamo forse identificare le figure ai lati con le muse. Lo spazio inferiore è occupato da cinque figure allegoriche, tra le quali una personificazione alata e coronata d'ulivo, forse la Pace, è al centro in posizione più elevata su una nave allegorica con prua a mascherone trainata da due cavalli marini e accompagnata da putti e personificazioni con torce.

Il libretto che si presenta in mostra fa riferimento alla rappresentazione avvenuta a Bologna nel 1671. Una successiva rappresentazione si ebbe a Venezia nel 1673, con la stessa dedica a Mazarino (datata Roma, 1660), e con l'aggiunta di un prologo dal titolo La pace tra le fiere, certamente emblematico del mutato clima. 

CP

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